martedì 14 marzo 2017

Memoria Muscolare. Gli scienziati potrebbero aver scoperto involontariamente il suo mistero

In foto il Campione Nazionale 2016 NBFI  e WNBF Pro. Stefano Travaglini 
MEMORIA MUSCOLARE
di Bryan Hycock 
Articolo pubblicato su Olympian's News numero 46.
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Chiunque ha praticato il sollevamento pesi, anche saltuariamente, per molti anni, conosce il concetto di "memoria muscolare". In questo contesto la memoria muscolare si riferisce al fatto che quando una persona comincia a fare sollevamento pesi dopo una pausa prolungata, trova molto più facile ritornare ai livelli precedenti di massa e di forza di quanto sia stato raggiungerli la prima volta. Anche quando durante la pausa si è verificata un’atrofia (rimpicciolimento dei muscoli) significativa, i muscoli precedentemente ipertrofizzati ritornano alla loro dimensione precedente più velocemente del normale.
Uno studio recente che ha osservato la conversione del tipo di fibra durante l’ipertrofia muscolare può aver scoperto uno dei possibili meccanismi di questo fenomeno. Quelli di voi a cui non piace il gergo scientifico sono pregati di sopportare. Alla fine capirete cosa voglio dire con questo studio. In questo studio, a un gruppo di adulti sedentari, sono state analizzate la distribuzione degli isoformi della catena pesante di miosina (MHC Myosin Heavy Chain), la composizione dei tipi di fibre e la dimensione delle fibre del muscolo vasto laterale prima e dopo 3 mesi di allenamento con opposizione di resistenza e poi nuovamente dopo 3 mesi di non allenamento. Dopo il periodo di allenamento con opposizione di resistenza, il contenuto di MHC IIX è diminuito da poco più del 9% al 2%, con un incremento corrispondente di MHC IIA (dal 42% al 49%). Dopo il periodo di non allenamento la quantità di MHC IIX ha raggiunto livelli superiori a quelli di prima e durante l’allenamento con opposizione di resistenza, oltre il 17%! Come ci si attendeva, dopo l’allenamento con opposizione di resistenza, è stata osservata un’ipertrofia significativa per le fibre di tipo II e anche dopo 3 mesi di non allenamento le fibre sono rimaste più grandi.
Gli isoformi della catena pesante di miosina, o MHC, si riferiscono ai tipi di proteine contrattili presenti in una determinata fibra muscolare. Gli MHC determinano come funziona la fibra muscolare. Gli MHC sono quelli che rendono una fibra a "contrazione rapida", a "contrazione lenta" o qualcosa di intermedio. Si sa che alcuni MHC subiscono una trasformazione in risposta all’allenamento con opposizione di resistenza. In questo caso, le fibre che contengono gli MHC IIX sono fibre di cui non si sa con sicurezza a quale tipo appartengano sono fino a che non vengono chiamate all’azione. Una volta reclutate, diventano MHC IIA. Così, le fibre che contengono le proteine MHC IIX agiscono per così dire da serbatoio per l’ipertrofia muscolare perché possono trasformarsi in fibre che contengono MHC IIA e che crescono facilmente in risposta all’allenamento.
Come ogni buon studio, questi ricercatori hanno scoperto quello che si attendevano e qualcosa in più che non si attendevano. Penso che questo studio abbia catturato la mia attenzione perché ha mostrato un’alterazione a lungo termine nei muscoli scheletrici susseguente l’allenamento con opposizione di resistenza. Questo cambiamento a lungo termine è il punto centrale della mia filosofia di allenamento che prevede quello che io chiamo "decondizionamento strategico". Questo studio ha mostrato che l’allenamento con opposizione di resistenza diminuisce la quantità di MHC IIX mentre contemporaneamente aumenta il contenuto di MHC IIA. Ciò era atteso ed era stato osservato precedentemente con i cambiamenti nei tipi di fibre dopo l’allenamento con opposizione di resistenza. Quello che non si attendevano è stato che il non allenamento susseguente l’allenamento pesante con opposizione di resistenza sembra causare quello che loro chiamano un "incremento inaspettato" o una duplicazione della percentuale di isoformi MHC IIX, significativamente superiore a quella misurata inizialmente. Cosa significa ciò? Potrebbe significare che dopo uno stacco dall’allenamento ci sono più fibre disponibili per l’ipertrofia (crescita) di quante ce ne siano prima di cominciare ad allenarsi. Questo potrebbe spiegare molto bene l’effetto di "memoria muscolare" che molti di noi hanno sperimentato. Potrebbe anche avere delle implicazioni per i bodybuilder natural che cercano di superare dei plateau di vecchia data.
Ci sono alcune domande a cui questo studio non ha risposto. Per esempio, dopo aver interrotto l’allenamento hanno atteso 3 mesi prima di prendere le misurazioni finali. Sarebbe stato meglio se avessero preso le misurazioni regolarmente affinché il periodo ottimale di non allenamento potesse essere identificato in corrispondenza dei livelli massimi di MHC IIX. Dato che queste proteine muscolari contrattili impiegano 3-4 settimane per rigenerarsi, sarebbe necessario più di un mese e probabilmente meno di 6 mesi (ricerca precedente). Ma il periodo ottimale non è stato determinato.

Dopo l'allenamento con i pesi,
è stata osservata un'ipertrofia significativa per le fibre di tipo II
e anche dopo 3 mesi di allenamento le fibre sono rimaste più grandi.


Inoltre, come risponderebbero questi soggetti allo stesso regime di allenamento dopo il periodo di non allenamento? I loro quadricipiti crescerebbero fino alla loro dimensione precedente, o anche oltre? Quanto impiegherebbero? Queste domande, se risolte, possono aggiungere un ulteriore perfezionamento ai regimi di allenamento tipici. Potrebbe veramente essere che in un periodo di 12 mesi le pause prolungate dall’allenamento possano permettere una crescita maggiore rispetto all’allenamento non interrotto. Per i bodybuilder e gli atleti seri, si tratterebbe di un’informazione importante e potrebbe prolungare in modo significativo la loro carriera agonistica.



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