Per costruire muscoli grossi
devono essere presenti alcuni
fattori, come pance muscolari
lunghe e grandi: più
un muscolo è lungo e grosso, più volume può sviluppare. Un secondo fattore è
avere molte fibre
a contrazione intermedia e rapida, perché son quelle che contribuiscono maggiormente alla crescita muscolare, diversamente dalle fibre di grande durata a
contrazione lenta che non crescono molto.
Ciò che rende il bodybuilding una
sfida, oltre
a un piacere, è che parti
corporee diverse possono sperimentare “risposte all’esercizio” (un termine coniato
da Arthur
Jones) diverse. La
risposta all’esercizio è molto
legata al tipo
di fibre muscolari, anche se si sospetta che siano coinvolti
altri fattori. Per esempio, se le cosce sono più inclini alla durata rispetto alla schiena, allora non
è indicato al- lenare queste due parti in modo simile. Per ottimizzare lo sviluppo complessivo di una parte corporea, possono essere necessari
carichi più pesanti o più leggeri, tempi di tensione più brevi o più lunghi
(poche o molte ripetizioni), meno o
più serie e anche maggiore o
minore frequenza.
Ecco perché chi utilizza routine ad alta intensità per tutto il corpo con 1-2 serie per parte corporea, svolte 2-3 volte la settimana, può sviluppare una buona quantità
di massa
muscolare e forza,
però non potrà mai realizzare l’ottimizzazione completa. Arthur Jones ed Ellington Darden, due grandi sostenitori dell’allenamento HIT per
tutto il corpo, ne erano consapevoli, ecco
perché in seguito consigliarono la specializzazione per le parti corporee e anche variazioni dell’intensità e
della frequenza.
Per quanto la struttura complessiva di una persona sia importante (e
ciò si può osservare
anche fra i campioni di bodybuilding), alcuni sembrano costruiti meglio perché hanno le articolazioni piccole,
punto vita piccolo, spalle larghe e muscoli con forma o configurazione uniche.
Sergio Oliva
è un esempio di bodybuilder
con genetica insolita sotto
questo punto di vista.
Poi ci sono forme o configurazioni uniche
dei muscoli che risultano esser appariscenti e aggiungono qualità uniche
alla presentazione complessiva del
fisico. Si tratta di
un aspetto interessante
e ci sono alcuni esempi evidenti,
come il petto di
Franco
Columbu e
la separazione profonda
fra i suoi pettorali alti e bassi. Poi
ci sono la separazione unica dei bicipiti
di Boyer Coe o le gambe massicce di
Tom Platz.
Come
insieme sinergico, la forma complessiva di Frank Zane (sotto) e
la sua capacità di mostrare ogni parte corporea affinché il corpo apparisse
armonioso dal collo ai polpacci,
è un ottimo esempio
di come una persona con massa musco-
lare moderata può battere concorrenti molto
più muscolosi e pesanti. La
bellezza dell’unicità
individuale nel bodybuilding è che
la forma ricevuta alla nascita
è
propria e di
nessun altro.
L’avventura nel bodybuilding è realizzare il possibile con ogni parte corporea e
creare il fisico
più bilanciato possibile. Ciò significa allenare alcune parti corporee più duramente
di altre o implementare piani di attacco unici per massimizzare
lo sviluppo di altre. In altre parole, il
vero bodybuilding non è sviluppare tutto al
massimo (a meno di essere una
di quelle rare persone con parti corporee molto
bilanciate e simmetriche), bensì
creare un’armonia fluida fra tutte le parti corporee.
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Per utilizzare al meglio qualsiasi metodologia ci vogliono esercitazione ed esperienza. Che si tratti di costruire una casa, di coltivare un orto o di imparare un nuovo sport o mestiere, il metodo farà la differenza ma, come si dice spesso, “la differenza la fanno i dettagli”. Il successo vero si ottiene dando ascolto all’esperienza di quelli che hanno utilizzato e affinato la pratica del bodybuilding.
Familiarizzare analizzando gli errori che si possono fare nel percorso e dedicargli tempo
per evitarli permetterà di non perdere tempo inutile.
Ciò signifi ca che il lettore deve considerare gli aspetti negativi nel loro insieme, proprio
come quelli positivi.
Come era solito ricordare Arthur Jones, “gran parte del progresso è dato dal e cosa non funziona e/o cosa funziona male, nella speranza di escogitare qualcosa di migliore. Gran parte del successo è costruito sugli insegnamenti dei fallimenti e per l’1% su un’ispirazione”.
Sandro Ciccarelli
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